Il mondo è una mia rappresentazione

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Il mondo è una mia rappresentazione

diceva il buon vecchio Schopenhauer, indicando il fatto che, per lui, ogni fenomeno osservabile è, in realtà, un sogno, una finzione, che esiste dentro la coscienza. La realtà, dunque, non esiste se non come rappresentazione, immagine, costruita dal singolo.

Bhè, io non sono così drastico ma credo che, in fondo, qualcosa di giusto ci sia in questa frase. Innanzitutto comincio con il dire che la nostra mente lavora per simboli, ossia per immagini significative e questo appare più che mai nei sogni, in cui un’immagine assume un significato specifico, universalmente condiviso.

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Che la nostra mente ragiona per simboli significa, dunque, che essa attribuisce significato agli oggetti ed alle realtà con cui ci relazioniamo, in base al legame che instauriamo. Esempio: se un cane mi morde, la mia mente assocerà all’immagine del cane una certa negatività.

Ecco, dunque, perchè il mondo è una mia rappresentazione: ognuno di noi conosce ed entra in contatto con la realtà in modo diverso ed attribuisce ad essa significato diverso.

Capire questo è la chiave di tutto: come posso io giudicare te, dicendo che sbagli se tu hai avuto un’esperienza di vita diversa dalla mia?

Questo, ovviamente, non significa che bisogna automaticamente abbandonare le proprie idee e seguire ciecamente quelle degli altri, bensì RISPETTARE l’esperienza degli altri: perchè devo avere ragione io per forza? Non è possibile che ad avere ragione sia l’altro?

E’ proprio questo il punto: a meno che, deliberatamente, non si decida di mentire, ogni “realtà” è reale, poichè mediata dall’esperienza! Non fermarsi a sè ma aprirsi alla relazione, all’accoglienza dell’esperienza altrui è, forse, la soluzione a molti mali…

detto in altre parole… Scendete dal piedistallo!

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